Calendario 2025 “Vasto e l’altra metà del cielo”: Elisabetta Mayo

Ringraziamo di cuore la Pro Loco della Città del Vasto ed in particolare il presidente Mercurio SaraceniPaolo Calvano, Letizia Daniele, Renata D’Ardes e Marina Di Santo per la sensibilità e l’attenzione dimostrata verso la storia umana, artistica e culturale di Elisabetta Mayo nel voler dedicare un interessante approfondimento biografico nel mese di Settembre del Calendario 2025, con l’auspicio di poter sviluppare ulteriori iniziative, a partire dalla pubblicazione del suo diario “Il mio viaggio fra gli Uomini” che fu già protagonista molto apprezzato dell’evento “Dialogo tra Carlo ed Elisa” svoltosi il 6 agosto 2022 presso il Chiostro della ex Curia Vescovile di Vasto.

Qui puoi scaricare il Calendario 2025 della Pro Loco Città del VASTO

“Questo piccolo tributo è dedicato a tutte le donne che capaci di farsi carico del doppio impegno della famiglia e del lavoro, da sempre lottano contro i pregiudizi e le discriminazioni … in particolare alle figlie della nostra città; volto quasi a dissolvere quell’oblio che disconosce il genio, la perseveranza, la laboriosità, la bellezza dell’universo femminile. Con riconoscenza.”

Dott. Arch. Marina Di Santo
Segretaria Pro Loco “Città del Vasto” APS


“Questo omaggio alle donne non è una rivendicazione. Le donne sono così dolorosamente perfette che non devono dimostrare nulla. Spesso la storia le ha svalutate, ignorate, perseguitate. Ciò appare incredibile e denuncia l’estrema fragilità morale della condizione umana. Queste donne hanno saputo trovare una strada luminosa, fatta di bellezza (bontà), intelligenza, operatività, spirito di elegante finezza.”

Prof. ssa Letizia Daniele
Responsabile Scuola e Cultura
Pro Loco “Città del Vasto” APS


Elisabetta Mayo

Nasce a Napoli il 18 settembre 1896, da genitori vastesi. Dal 1920 si trasferisce a Roma per poter perfezionare la tecnica della scultura. Fu allieva prediletta di Vincenzo Gemito, famoso scultore e orafo napoletano.

Sposò il maestro Carlo D’Aloisio da Vasto con cui ebbe cinque figli; lavorando nel loro studio in viale Giulio Cesare, 51 insieme a Trifoglio e Roberto Melli, idearono il mensile d’arte “Il Vero Giotto” e “L’Almanacco degli Artisti”, dal 1930 al 1933. Profonda conoscitrice dei materiali e delle sue tecniche di lavorazione, Elisabetta Mayo, nelle sue sculture, presentò predilezione per il movimento dei corpi e la plasticità delle pose, imprimendo carattere e forza nelle espressioni.

Scrisse di lei Roberto Melli sull’Almanacco degli Artisti (Il Vero Giotto) del 1931, “Senso plastico originale, possente. Luce di intelletto privilegiato; audacia; impeto; stile. Profondità di scavo. Emozione vergine, opulenta, commossa. Lirica ed epica. Ricchezza di fantasia, campo d’azione lato. Versatilità”.

Nel 1921 partecipò alla Prima Biennale Romana con le opere “Marchesina” e “Il Vincitore al Traguardo”. Nel 1923, alla Seconda Biennale Romana, espose una “Giovinetta balzante”, scultura di grandi dimensioni raffigurante la ninfa Dafne, con le braccia levate al cielo e le mani aperte nell’atto di invocare la madre terra, prima di trasformarsi in lauro e sfuggire ad Apollo. L’opera venne donata a Littoria, l’odierna Latina, nel 1933 dalle Confederazioni fasciste dei datori di lavoro e dei lavoratori. Presente alla I Mostra del Sindacato Fascista Laziale Belle Arti con le opere “Cristo” e “Adolescente”, il Duce in persona la volle conoscere.

Grande risonanza ebbe la grande mostra organizzata a Roma nel marzo del 1929, nelle Stanze del Libro nel Salone delle Tre Venezie, inaugurata da S.E. Bottai: oltre ai 53 quadri e 11 xilografie del marito, Carlo D’Aloisio da Vasto, vennero esposte 12 sue sculture, realizzate in bronzo, cera, gesso e creta: il Re Vittorio Emanuele III, mostrando un vivo interesse per le opere dei due artisti acquistò due quadri del D’Aloisio e l’“Eterno Padre” della Mayo.

In occasione della grande Mostra Palizziana e Mostra Regionale d’arte pura applicata, organizzata nell’agosto del 1929 a Vasto, nelle sale del Palazzo scolastico a Piazza Rossetti, oltre alle opere dei migliori pittori abruzzesi viventi, si poterono ammirare le sculture in bronzo della Mayo, quali “Cristo Re”, “Adolescente”, i ritratti di “Vincenzo Gemito” (oggi conservato nella Galleria d’Arte Moderna di Milano), e di “Adelfo Mayo”, “La Madonna del latte”, ed “Eterno Padre”; inoltre la scultrice vastese modellò una medaglia, che venne offerta all’on. Turati in ricordo dell’importante manifestazione artistica abruzzese.

Tra le altre opere realizzate: “Il sonno di Adamo”, riportato su tavola fuori testo nel primo numero della rivista Oceania di Curzio Malaparte, che presentava l’artista anche come scrittrice con le sue prose poetiche “Viaggi fuori del tempo”. Altre opere: Il ritratto del poeta indiano “Tagore”, i busti di “Luigi Sturzo”, della “Baronessa Vittoria Danzetta”, della “Marchesa De Mari di Castellaneta”, del filosofo vastese “Adelfo Mayo”, dell’attrice “Dina Galli”, il ritratto in bronzo della Medaglia d’Oro “Elia Passavanti” e la lunetta in ceramica, commissionata da Eugenio Faina nel 1925 per la chiesa della Madonna Liberatrice di San Venanzio (TR).

Come scrittrice Elisabetta Mayo collaborò per anni, con racconti, novelle e scritti d’arte, a giornali e riviste come “L’Avvenire”, “L’Ora” di Palermo, “Il Corriere d’America” di New York, “Il progresso Italo-Americano”, “Il piccolo” di Roma, “La Tribuna”, “Italiani pel mondo”, “Novella” e “Novelle novecentesche”. Scrisse anche diverse commedie, tra cui “Il mio viaggio fra gli uomini”, “Il giardino della Vergine”, “Il miracolo all’Inferno”, “La Pania” e “La notte è il mio sogno”. Nella raccolta “Novelle novecentesche” è inserito “La nascita di Caino: primo viaggio fuori tempo” (1930).

Muore il 24 novembre del 1972.