Attilio Crespi, “L’Osservatore Romano”, 1943

D’Aloisio Da Vasto non è davvero alle prime armi, e certo suo partecipare dal principio, al movimento delle arti figurative italiane contemporanee, dovrebbe pure manifestarsi con qualche segno di stanchezza; le sue risorse invece sono ancora fresche e positive, e ancor ricche di caste, favolose e ingenue possibilità.

… Ma v’è fra l’altro la “Natura morta con lumachina” che all’estrema finezza dei toni accosta un chiarore metafisico singolare : luce morbida, fusa e delicata, che fa stato d’animo e stile. E sul medesimo piano si pongono “Mare” “Paesaggio” e la stessa “Favola di Roma” in cui il notevole senso della composizione per masse accortamente distribuite, e la marcata capacità alla sintesi costituiscono un riposante e conclusivo eloquio figurativo.

Attilio Crespi, su “L’Osservatore Romano”, 23 gennaio 1943